BARBARA PROBST

May 13 - September 25, 2021

WorksPress ReleasePress

Works


Press Release

BARBARA PROBSTFashion13 May – 25 September 2021 We are pleased to announce a solo exhibition by Barbara Probst presenting her fashion photographs. Each work by the German artist is composed of a group of photographs that appear to be mysteriously connected, without revealing their secret bond at first. Only later we realize that they are showing the same subject from different vantage points. With the help of a remote control, Probst activates multiple cameras for simultaneous shots of the same scene. Each angle conveys a different reality, disclosing the relativity of every single image. The instant is divided, expanded and unfolds like a narrative before our eyes. The fragmentation of an instant in a series of shots becomes a way of investigating the many ambiguities of the photographic image. At the same time Probst explores conventions and typologies, such as the reportage, surveillance, portraiture, still life and fashion photography. The exhibition begins with a triptych in which models wearing Versace dresses aim their cameras towards a naked man. Each model, with her own lens – controlled from a distance by Probst – creates one of the images we see. Through this inversion of roles, the artist conveys important perspectives on themes of gender, authorship and control. In 2018, for an editorial feature in the magazine Wallpaper*, Probst created six diptychs shot over the course of a day at an intersection in New York. Each pair of images shows a model in flamboyant clothing amidst passersby, photographed simultaneously from the street and from a higher vantage point. The shifting of the shadows marks the progress of time, and the urban context seems to refer to the work of conceptual artists from the 1960s and 1970s. The show continues with a work commissioned by Vogue Italia in 2017. For this feature, Probst envisioned a series of close-ups of the famous identical twins Lia and Odette Pavlova, whose faces have been transformed into small paintings by makeup artists. The difference between their portraits is minimal, and our gaze is forced to waver between these two points of view. The final room interrupts the strict compositional order of the previous ones with seven photographs that seem to float on the wall. The irregular arrangement, apparently without rules, is countered by a scene set up in great detail in which several models pose inside the iconic Glass House by Philip Johnson. Barbara Probst, born in Munich in 1964, studied sculpture and then photography at the Art Academy of Düsseldorf. She presently lives and works in New York and Munich. Her work has been shown at MoMA New York in 2006, in the context of the exhibition “New Photography,” and in many solo shows, including: Kunsthalle Nuremberg (2021); Le Bal, Paris (2019); Centre Pasquart, Bienne (2014); Rudolfinum, Prague (2014); National Museum of Photography, Copenhagen (2013); Oldenburger Kunstverein (2009) and Museum of Contemporary Photography, Chicago (2007). Her pieces have been included in the collections of important museums, such as MoMA and the Whitney Museum, New York; Los Angeles County Museum of Art; Centre Pompidou, Paris.

BARBARA PROBSTFashion13 maggio – 25 settembre 2021 Siamo lieti di annunciare una personale di Barbara Probst dedicata al mondo della moda. Ogni opera dell’artista tedesca è composta da un gruppo di fotografie che appaiono misteriosamente connesse, senza tuttavia svelare subito il loro segreto. Solo in seguito scopriamo che ritraggono lo stesso soggetto inquadrato da punti di vista diversi. Con l’aiuto di un telecomando, Probst fa scattare simultaneamente più macchine fotografiche orientate verso la medesima scena: ciascuna registra una realtà differente, rivelando la relatività di ogni singola prospettiva. L’istante si frammenta, si dilata e si sviluppa come un racconto davanti ai nostri occhi. Questa suddivisione dell’attimo in una serie di scatti diventa il mezzo per indagare le tante ambiguità dell’immagine fotografica. Probst lo utilizza anche per esplorare le convenzioni e i generi, come il reportage e la sorveglianza, il ritratto, lo still life e la fotografia di moda. La mostra inizia con un trittico in cui alcune modelle in abiti Versace puntano le loro macchine fotografiche su un uomo nudo. Ognuna con il proprio obiettivo, telecomandato da Probst, scatta una delle immagini che vediamo. Attraverso questa inversione di ruoli, l’artista approfondisce importanti riflessioni su temi di gender, sull’idea di autorialità e di controllo. Nel 2018, in occasione di un editoriale realizzato per la rivista Wallpaper*, Probst ha creato sei dittici scattati durante l’arco di una giornata in una strada di New York. Ogni coppia di immagini ritrae una modella in abiti appariscenti tra i passanti, ripresa simultaneamente dalla strada e dall’alto. Lo spostamento delle ombre scandisce la progressione del tempo, e il contesto urbano sembra riferirsi al lavoro di artisti concettuali degli anni ’60 e ’70. La mostra prosegue con un lavoro commissionato da Vogue Italia nel 2017. Per questo speciale Probst ha ideato una serie di primi piani delle celebri gemelle Lia e Odette Pavlova, pressoché identiche, i cui volti vengono trasformati dai truccatori in piccoli dipinti. Lo scarto tra i loro ritratti è minimo e il nostro sguardo è costretto ad oscillare tra questi due punti di vista. La stanza finale interrompe il rigoroso ordine compositivo delle precedenti con sette fotografie che sembrano fluttuare sulla parete. Alla distribuzione spaziale apparentemente casuale, si contrappone una scena composta al dettaglio in cui alcune modelle posano algide nell’iconica Glass House di Philip Johnson. Barbara Probst, nata a Monaco di Baviera nel 1964, ha studiato scultura e in seguito fotografia all’Accademia di Düsseldorf. Attualmente vive e lavora tra New York e Monaco. Il suo lavoro è stato presentato al MoMa di New York nel 2006 nell’ambito della mostra “New Photography” e in numerose mostre personali, tra cui: Kunsthalle Nuremberg (2021); Le Bal, Parigi (2019); Centre Pasquart, Bienne (2014); Rudolfinum, Praga (2014); National Museum of Photography, Copenhagen (2013); Oldenburger Kunstverein (2009) e Museum of Contemporary Photography, Chicago (2007). Le sue opere sono presenti in collezioni di importanti musei, tra i quali MoMa e Whitney Museum, New York; Los Angeles County Museum of Art; Centre Pompidou, Parigi.